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Case Asl: soluzione per via Mantova e via Adige

Entro maggio la convenzione con Aler verrà firmata: inquilini "salvi" dopo l'incontro tra i vertici di Asl e Aler e l'assessore regionale Bulbarelli

Nessun inquilino delle case Asl di via Adige 3 e via Mantova 2 (zona piazza Lodi) rimarrà in mezzo a una strada. E' stato infatti sscongiurato il rischio di sfratto dopo l'incontro ad altissimo livello a cui hanno partecipato il direttore generale dell'Asl Milano Walter Locatelli e dell'Aler Domenico Ippolito insieme all'assessore regionale alla casa, Paola Bulbarelli.

Si tratta di 84 appartamenti di proprietà di Asl Milano dagli anni '60, quando li ricevette da una donazione. Nel 2011 l'Asl decise di disdire i contratti di locazione con la motivazione di non volersi più occupare di compiti che non rientrano nelle sue finalità. I sindacati degli inquilini (in prima fila Unione Inquilini e Sicet-Cisl) sospettavano però una diversa motivazione, cioè una operazione immobiliare speculativa. Si era giunti a una soluzione: Asl avrebbe ceduto ad Aler gli appartamenti con la formula del diritto di superficie. Ma la firma non è - ad oggi - stata sottoscritta davanti a un notaio.

L'incontro ha però sbloccato la situazione: Asl e Aler hanno preso l'impegno di firmare entro metà maggio 2013. Lo ha comunicato l'assessore Bulbarelli aggiungendo che Aler si è impegnata a presentare un piano dettagliato di interventi di manutenzione degli stabili: si tratta di case che hanno oltre cent'anni.

Gli appartamenti verranno quindi riaffittati agli inquilini attuali, a canone concordato. "E' impensabile - ha commentato la Bulbarelli - che qualcuno possa anche solo pensare di guadagnare su appartamenti frutto di lasciti".

Non è finita: oltre a questi stabili, Asl è proprietaria anche di altri, sempre in seguito a donazioni o eredità. Si tratta di 6 unità in via Alessandro Volta 12, di 15 unità in via Felice Casati 10, di 27 unità in via Tanaro 8 (per le quali Sicet e Unione Inquilini parlano di "bomba sociale" in caso di sfratto di massa, essendo abitate prevalentemente da persone anziane, invalide, a basso reddito e straniere, con alcuni casi assistiti socialmente), ed infine di 47 unità in via Tanaro 4 e via Ponte Nuovo 5. La Bulbarelli ha promesso di affrontare anche questi casi entro brevissimo termine.

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