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Rogoredo Corvetto Macconago / Via Sant'Arialdo

Rogoredo, il boschetto della droga sarà smantellato: il progetto

L'idea del Comune con Italia Nostra

Sarà Italia Nostra a riqualificare il "boschetto della droga" di Rogoredo, per farla diventare un'area naturale fruibile. Lo ha comunicato l'assessore all'urbanistica Pierfrancesco Maran. Il Comune intende quindi riappropriarsi di 650 mila metri quadri di area verde per trasformarla in una zona sicura per i cittadini e per il quartiere. E i fabbricati inutilizzati, sempre di proprietà comunale, verranno affidati temporaneamente a soggetti che vi insedino attività di coesione sociale, produzione, innovazione, creatività e sport. 

Per l'affidamento, Italia Nostra riceverà dal Comune di Milano 950 mila euro per cinque anni di lavoro. 

Maxi blitz nel bosco della droga di Rogoredo

Rogoredo: Italia Nostra nell'area verde

L'associazione Italia Nostra opererà attraverso il Centro di Forestazione Urbana, che da sempre gestisce il Boscoincittà e per molti anni ha gestito anche il Parco delle Cave (entrambi nel Municipio 7), e che ora al Parco delle Cave sta ultimando l'intervento in una zona (Cava Ongari-Cerutti) finora inaccessibile. Si tratta dunque di una realtà di sicura esperienza e di rapporti ormai consolidati con l'amministrazione comunale, sia di centrosinistra sia di centrodestra.

L'area di Rogoredo è idealmente suddivisa in due parti. La prima è la ex discarica, la cui costruzione, a Porto di Mare, era iniziata alla fine degli anni '20, che deriva dal riempimento degli scavi del nuovo porto di Milano con rifiuti solidi urbani. Buona parte di quest'area è utilizzata come luogo di spaccio di sostanze stupefacenti oltre che come discarica abusiva. 

Furti e degrado: la protesta dei residenti in Rogoredo (foto Falconi)

Negli ultimi mesi la vegetazione spontanea è stata diradata ed è stato predisposto un percorso per consentire alle forze dell'ordine di perlustrare e sorvegliare facilmente tutta l'area.

La seconda parte è un "pratone" pianeggiante che ha assunto le caratteristiche di un'area umida in seguito alla risalita della falda acquifera. Infine, in una porzione di questo "pratone", in passato si erano insediati alcuni grandi accampamenti di rom, il cui sgombero è avvenuto nel 2014. Ancora sussistono rifiuti e materiali, che verranno rimossi.

Rogoredo e Porto di Mare, gli interventi previsti

L’intervento concordato con Italia Nostra sull’intera area verde mira ad una serie di obiettivi, di breve e lungo termine. Nell’immediato, la presenza degli operatori garantirà un presidio costante e agirà da deterrente per attività illecite. Si lavorerà da subito per definire e realizzare tragitti carrabili (per la sorveglianza e le operazioni agro-forestali) e percorsi protetti per una fruizione controllata, se possibile anche nell’area ex discarica.

Oltre allo studio sulla morfologia dei suoli, saranno riqualificate e valorizzate le potenzialità naturalistiche dell’area, compresa la zona umida, e verranno definiti collegamenti ciclo-pedonali e di servizio con altre zone vicine, come Chiaravalle e il parco della Vettabbia.

Punto chiave dei processi di rigenerazione sarà il dialogo con la cittadinanza, attraverso attività organizzate, eventi,  incontri e il coinvolgimento di risorse volontarie per operare in prima linea.

Molte le attività che saranno svolte nel quinquennio. Raccolta e smaltimento dei rifiuti superficiali, ripristino delle recinzioni mancanti, manutenzione delle aree verdi con sfalci periodici e dei boschi con un graduale diradamento, censimenti botanici e faunistici per consolidare e favorire la presenza di fauna selvatica (pozze per anfibi, cassette nido, rifugi per fauna minore), piantumazione di nuovi alberi, organizzazione di giornate di volontariato, visite guidate e incontri pubblici. 

Rogoredo e Porto di Mare, Maran: «Ripristinare legalità»

«L’intervento a Porto di Mare è un altro tassello del Piano Periferie avviato dall’amministrazione. La riqualificazione delle aree è un progetto complesso, stiamo lavorando alla definizione di un piano urbanistico di lungo termine in grado di rigenerare il territorio nel rispetto della sua vocazione agricola. Ma nel frattempo vogliamo ripristinare la legalità e restituire le aree alla fruizione pubblica», commenta Pierfrancesco Maran: «Se da un lato insieme a Italia Nostra e alle Forze dell’ordine andremo a sanare una situazione insostenibile con un intervento di riqualificazione in un’area verde grande quasi quanto Parco Lambro, dall’altro vogliamo creare presidi di socialità per i cittadini, trasformando le attività abusive in luoghi di aggregazione e condivisione».

Rogoredo e Porto di Mare, i prefabbricati

L'amministrazione comunale intende, da settembre 2017, rimuovere l'amianto dalle coperture dei fabbricati presenti nell'area, per poi assegnarli in uso temporaneo per attività produttive, sociali e sportive. Questo in vista di un iter più complesso che definirà, a lungo termine, la futura destinazione urbanistica dell'area.

Il bando è online sul sito del Comune di Milano (www.comune.milano.it/bandiportodimare). E' indirizzato a privati, associazioni e fondazioni e prevede l'uso fino a sei anni di quattro particelle di territorio: fabbricati o edificio che, fino a poco tempo fa, erano occupati abusivamente da società che non avevano voluto regolarizzare la propria posizione.

C'è tempo fino al 12 ottobre 2017 per presentare un progetto comprensivo di piano per la messa in sicurezza e adeguamento dei fabbricati, per l’insediamento di attività orientate a garantire la coesione sociale, agevolare lo sviluppo di start-up legate al mondo della produzione, dell’innovazione, della creatività e dell’artigianato, nonché finalizzate a perseguire, ove permesso dalle condizioni ambientali, lo sviluppo della vocazione sportiva dell’area.

I fabbricati sono tutti situati attorno a via Fabio Massimo: tre di questi sono composti prevalentemente da capannoni e manufatti un tempo adibiti a uso produttivo e magazzino, mentre l’ultimo è allestito a centro sportivo, con campi da calcetto, tennis pallavolo e relativi servizi, in una posizione strategica a ridosso della metropolitana.

L'ex discoteca Karma: indagine per la valorizzazione

Non sarà più discoteca l'edificio dell'ex Karma, che ha cessato l'attività a maggio e tornerà a breve nella disponibilità dell'amministrazione in seguito ad un contenzioso. Palazzo Marino ha deciso di avviare una indagine esplorativa per acquisire proposte per la valorizzazione dell'edificio (www.comune.milano.it/avvisodiscotecaportodimare). 

L'obiettivo è, in ogni caso, quello di destinarlo ad attività artigianali, didattiche, culturali o ricreative. Le proposte per l’ex Karma, che dovranno prevedere un utilizzo per 3-6 anni, non saranno vincolanti ma potrebbero essere oggetto di consultazione pubblica, così da coinvolgere il quartiere nella scelta della soluzione più opportuna.

Le cascine di Rogoredo e Porto di Mare

Questi interventi si aggiungono ad altri progetti di recupero insistenti sull’area di Porto di Mare. Il primo riguarda la riqualificazione di Cascina Nosedo, l’antica struttura rurale che, dopo anni di occupazioni abusive e il definitivo sgombero nel 2015, è destinata a diventare il punto di riferimento di un polo agricolo innovativo grazie al progetto OpenAgri finanziato dall’Unione Europea. Il secondo riguarda la Cascina Casottello, pronta a rinascere e trasformarsi in un centro culturale per il quartiere grazie a una convenzione d’uso per 15 anni stipulata con un operatore privato.

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