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Rogoredo Corvetto Corvetto / Via Giovanni Battista Cassinis

Rogoredo, ascensori per disabili bloccati: «Si chiudono dentro i tossicodipendenti»

Disagi sabato pomeriggio alla stazione Fs. Gli addetti di Italo a un lettore: «Ogni tanto succede»

Una signora anziana e con problemi di salute - e motori - costretta a fare le scale a piedi, a Rogoredo, perché l'ascensore per disabili non è in funzione; e questo nonostante avesse chiesto per tempo l'assistenza della compagnia con cui viaggiava (Italo). E, si scoprirà in seguito, l'ascensore era "bloccato" perché un tossicodipendente vi si era chiuso dentro.

Un effetto collaterale della vicinanza con il bosco della droga, la piazza di spaccio dell'eroina. Un effetto collaterale che, purtroppo, va a discapito di altre persone fragili. E' un lettore, Davide S., a raccontare a MilanoToday l'odissea vissuta sabato pomeriggio. Un'odissea che inizia, appunto, con la richiesta (nei giorni scorsi) a Italo dell'assistenza per sua madre, 84enne afflitta da varie patologie («Parkinson, cardiopatica, con equilibrio precario e limitazione funzionale»). I due devono viaggiare da Milano a Napoli col treno delle 13.45. Arrivano per tempo, mezz'ora prima, alla stazione e trovano un operatore di Rfi che fornisce all'84enne una sedia a rotelle per la "trasferta" al binario 8 con doppio ascensore, uno per scendere e uno per risalire.

Il primo ascensore non funziona

Ma un secondo operatore di Rfi arriva e riferisce che il primo ascensore è «improvvisamente» rotto. Mentre l'addetta di Italo ammette che «talvolta l'ascensore non è disponibile», i due operatori di Rfi affermano che fino a poco prima l'ascensore funzionava regolarmente. Quando il nostro lettore decide di parlare con alcuni agenti di polizia nei paraggi (che, beninteso, non possono farci niente, se non raccogliere la lamentela), gli addetti di Rfi si inalberano e "bloccano" la sedia a rotelle davanti a "Casa Italo", lo spazio dedicato ai clienti del vettore privato, impedendo quindi la possibile soluzione di fare scendere l'84enne sulla sedia a rotelle attraverso una ripida rampa ricavata sulle scale.

Soluzione che, comunque, il nostro lettore non avrebbe granché gradito, perché pareva piuttosto pericolosa. Così come non aveva apprezzato l'altra soluzione prospettata: un taxi a sue spese per trasferire sua madre dalla parte opposta della stazione di Rogoredo, vicino al binario 8. 

Il secondo ascensore nemmeno

Intanto si è fatto tardi, mancano ormai 5 minuti alla partenza del treno. L'anziana dice di sentirsela a scendere le scale a piedi e lo fa, pur con fatica. A quel punto ricompare la sedia a rotelle di Rfi, per portare l'84enne verso il secondo ascensore, quello all'altezza del binario.

Intanto il lettore corre verso il treno per avvertire che c'è una donna in difficoltà che sta raggiungendo il convoglio, in modo che questo non riparta in fretta. Viene preparata, in corrispondenza del binario 3, una mini piattaforma per fare salire l'anziana quando sarà arrivata.

«Un tossicodipendente si è chiuso dentro»

Ma è tutto inutile, perché anche l'ascensore del binario 8 è bloccato. Così la donna è costretta a farsi forza e salire le scale a piedi, aiutata da un operatore di Rfi che nel frattempo, al telefono, comunica a qualcuno che un tossicodipendente si era chiuso dentro l'ascensore, bloccandolo. Questo, dunque, parrebbe il motivo del "non funzionamento" dell'ascensore.

Questa la cronaca, così come dettagliatamente raccontata dal lettore. Resta il dubbio (poiché non è stato possibile verificarlo materialmente in diretta) se vi fosse realmente un tossicodipendente all'interno del secondo (e magari anche del primo?) ascensore. Di sicuro, nessuno dei due era disponibile al momento del bisogno. Di sicuro, l'operatrice di Italo ha confermato che «ogni tanto succede».

Di sicuro, un pessimo servizio per le persone con disabilità, che degli ascensori hanno assoluto bisogno. Se infatti l'anziana madre del nostro letture, seppure con grande fatica, è riuscita prima a scendere e poi a risalire le scale, ci sono anche viaggiatori con capacità motoria assolutamente nulla. Questi, sabato pomeriggio, semplicemente avrebbero perso il treno. 

Rogoredo ha evidenti problemi legati allo spaccio di eroina. Il "popolo del boschetto" è lì, sotto gli occhi di tutti, ma emarginato come se fosse composto da fantasmi che nessuno riesce ad aiutare veramente. Ora spuntano anche gli effetti "collaterali" come la situazione accaduta sabato pomeriggio al nostro lettore, sempre che gli ascensori fossero bloccati da tossicodipendenti. Esistono altre soluzioni, altri modi per affrontare il "boschetto"?

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