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Venerdì, 19 Aprile 2024
Rogoredo Corvetto Rogoredo / Via Rogoredo

Salvini, "il bosco di Rogoredo è una vergogna: uomini e mezzi per risolverla"

L'intervento del ministro sul boschetto diventato capitale italiana dello spaccio di eroina

Più volte "chiamato in causa", il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha parlato della situazione nel boschetto di Rogoredo, divenuto una delle aree più rilevanti d'Italia per lo spaccio di eroina. Salvini ha rivelato di averne già parlato personalmente con il neo prefetto di Milano, Renato Saccone, che a sua volta incontrerà sia il sindaco Giuseppe Sala sia il governatore Attilio Fontana.

Sopralluogo Boschetto della droga

"Da milanese e da ministro ho messo a disposizione tutti gli uomini, i mezzi e i soldi per risolvere la vergogna di Rogoredo", ha affermato Salvini. Era l'8 luglio quando Sala effettuò un sopralluogo nell'area, insieme all'assessore all'urbanistica e verde Pierfrancesco Maran e ai consiglieri del Municipio 4, chiedendo proprio a Salvini di aiutarlo e di avviare una collaborazione per risolvere la situazione. "Per chi governa una città, ma anche da cittadino, è angosciante vedere questo pellegrinaggio continuo", scrisse il sindaco su Facebook riferendosi al continuo via vai di giovani disperati in cerca di una dose.

Rogoredo, il bosco della droga

Video: carabinieri e polizia locale, ennesimo blitz

A fine ottobre il sindaco tornò a chiedere a Salvini un maggior dispiego di forze e magari un costante presidio di polizia e carabinieri per arginare il fenomeno dello spaccio di eroina, per poi ribadirlo ancora all'inizio di novembre. Se da una parte Italia Nostra è stata incaricata dal Comune di Milano per recuperare l'area boschiva, dall'altra parte lo spaccio non sembra fermarsi ed anzi cambia nella sua organizzazione: pare infatti che, ormai, abbia fatto l'ingresso nel bosco la malavita italiana. 

Rogoredo: il muro "anti spaccio"

Per via dei numerosi blitz di polizia, carabinieri e polizia locale, intanto, lo spaccio si è spostato da tempo anche verso i binari della ferrovia, in via Orwell, creando una situazione di altissima pericolosità per clienti e pusher che, soprattutto e proprio in occasione dei blitz, tendono a scappare anche verso i binari stessi. Così è stato issato (a ottobre) un muro in cemento di quattro metri d'altezza per impedire queste vie di fuga. Il muro, da solo, non ha fermato lo spaccio: che (secondo le ultime informazioni) tende a spostarsi più a sud, verso San Donato, allargando di fatto l'area da monitorare.

Altro blitz al bosco della droga

Venerdì 16 novembre al boschetto si è presentato anche l'assessore al welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera. Nulla di nuovo: il solito "mare" di siringhe e sporcizia, i soliti giovani, talvolta giovanissimi, dominati dall'eroina e dal bisogno di una dose anche minima, il cosiddetto "punto", equivalente a un decimo o due decimi di grammo, sufficiente per non andare immediatamente in astinenza. 

I morti

A Rogoredo si muore. L'ultimo caso il 10 settembre, con un 25enne soccorso per overdose senza che si potesse però far nulla per lui. Secondo il portale Geoverdose, dall'inizio del 2018 a Rogoredo i morti per eroina sono stati 3. Gli altri il 22 gennaio e il 3 agosto. A loro vanno aggiunti altri 2 morti nel resto della città. Va detto, per onore di verità, che negli anni '80 la città contava oltre 100 morti all'anno per eroina, in tutti i quartieri. Chi ha vissuto quegli anni, di fronte a 5 morti nel 2018, potrebbe sorridere e pensare che "a quei tempi sì che la situazione era allarmante". Occorrerebbe, a tal proposito, una seria ricognizione per evitare conclusioni superficiali.

Di sicuro i consumatori non sono comunque gli stessi, in numero, rispetto al boom dell'eroina, che si verificò appunto negli anni '80. Ma osservare Rogoredo tutti i giorni genera comunque allarme, perché i giovani - e meno giovani - in cerca della dose sono comunque tanti. Così come palesemente ben strutturato è lo smercio, che i blitz (ripetuti e numerosi) delle forze dell'ordine non hanno potuto smantellare. Al pusher arrestato se ne sostiuisce presto un altro, mentre è complicato intercettare la droga in modo costante prima che arrivi al boschetto o in via Orwell.

Gallera ha promesso un intervento per aiutare i ragazzi e le ragazze che frequentano il boschetto. Il discorso, effettivamente, non può essere soltanto securitario, non ci si può limitare alla presenza delle forze dell'ordine, non si possono ignorare questi giovani che hanno un evidente bisogno di aiuto immediato. E' difficile, in Italia, parlare di politiche di riduzione del danno, come le "stanze del buco" o altre soluzioni di questo genere, ma forse bisognerebbe iniziare a parlarne.

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